Generi

domenica 4 maggio 2014

I muretti di Ponte Cervo

SCRITTO DA: MASSIMO FERRARIS - RITA MAURIZI - ANTONELLA MAGGIO

Ho preso l'abitudine di venire sul ponte Cervo tutti i giorni da un mese a questa parte. Lo faccio per una sola ragione: vedere lei. E' cominciato per gioco, un pomeriggio in cui il caldo torrido di questa città non mi faceva respirare. Il ponte si trova in centro, divide le due sponde e il fiume che lo attraversa d'estate è asciutto come il paesaggio del deserto, ma su di esso spira sempre un venticello che ti fa sentire in pace con il mondo. I suoi cinquanta metri di lunghezza raccolgono una marea di ragazzi che qui si incontrano per chiacchierare e prendere il fresco, mattina e sera. I lampioni in ferro battuto danno all'insieme una nota che sa di antico. Che volete, sono sempre stato un tipo romantico, amante delle belle cose e delle ragazze more. 
Mi arrampico su uno dei muretti che formano una sorta di merlatura, quasi si trattasse di un castello più che di un ponte.

Stendahl-izzata

SCRITTO DA: ANONIMO - MASSIMO FERRARIS - VERONICA LIP - JOHN G. - RAFFAELE MERLONI

Mi fermo. Sento salire i brividi, le vertigini, mi gira la testa. Sono malata della sindrome di Stendhal. Sindrome. Non malattia, sindrome. Un'ossessione.Osservo il quadro della vita. Ne sono estasiata. Mi passano davanti immagini di vivi e di morti, vivi, morti, vivi, morti. Basta. Vedo, osservo. Un sorriso. Una donna in fondo alla via. Un gentiluomo in cravatta. Una sigaretta a terra, spenta. Una lacrima su una guancia destra. Un bambino sull'altalena. Capelli rossi, lunghi e mossi. Sindrome. Sono stedhal-izzata. Dentro al vortice della vita. Impazzirò. Troppe emozioni e troppe sensazioni mi danno alla testa. Sono troppo viva. Respiro. Mia cara vita sei proprio un bello scherzo. Nasciamo incantati, cresciamo distaccati. Alcuni invece rimangono fermi, dentro ad ogni frammento di sentimento. Li chiamano folli. Un dipinto. Colori. La vita.Sono estasiata. Sthendal-izzata.

Il racconto della sfiga

SCRITTO DA: SILVIA MORGAGNI - MASSIMO FERRARIS - RITA MAURIZI - LAURA SARTARELLI - ILARI ALLEVA

Partendo dal presupposto che il buongiorno si vede dal mattino quel mattino mia madre piombò in camera sbracciando come un gibbone in preda a una crisi di nervi urlando " svegliati che fai tardi " . Ora a differenza delle persone affidabili uno dei vizi peggiori di mia madre circa due anni fa era quello di usare ciò che lei definiva " sveglia naturale " : tale abitudine consisteva nel prelevare un povero porcellino d'india grassoccio dal pelo rossiccio e mettermelo letteralmente in testa aspettando che quel suo zampettare mi desse su i nervi e mi facesse finalmente alzare. Quella mattina però il caso volle che la navicella madre , o suddetto genio aprisse anche la finestra nella speranza che il tenero gelo polare mi incitasse ad alzare il culo dal letto .
Come posso avere una madre così me lo sono sempre domandato. Quella non è una persona normale, ma una vera e propria arpia caduta dagli inferi sulla terra. O sarebbe meglio dire salita. Le piace incasinarmi la vita, fare in modo che mi trovi sempre a disagio.

Coma di vita

SCRITTO DA: ANONIMO  -  ANDREA DE CICCO NARDONE - MARTINA BARDUCCI - ANONIMO - BARBARA VILLA MASTROPIERRO - RITA MAURIZI

Ricordo la tua bocca serrata, i denti digrignati in un sorriso orribile. Ricordo le lacrime versate sul cuscino. Le preghiere a un Dio inesistente, che non sente. Com'ero fragile davanti alla tua morte e come respiravi piano per non perdere un soffio , un soffio soltanto di vita! Piangevo e non sapevo fare altro : tu non parlavi più. Le sentivi le mie gocce salate cadere giù? Ascoltavi che piano piano morivo sempre più? Te ne sei andata senza un sussurro, senza una parola. In un coma di vita che non parla, in un coma di vita che si allontana passo dopo passo. Ricordo. Ti vedo. Sorridi. Vorrei chiederti se Dio esiste, se hai lottato fino in fondo,ma non importa. Sorrido. Ogni nostro sorriso segreto e' soltanto ciò che conta ora , adesso, in questo coma di vita.
Dove sei scomparso? dove ti sei nascosto? Sei qui, ma qui sono sola.

venerdì 28 marzo 2014

Fuori posto

SCRITTO DA: LUCA PREVIATO - RITA MAURIZI - MASSIMO FERRARIS

Appena il cancello elettrico che immetteva ai garage stava per richiudersi, si erano calati i passamontagna (potevano esserci telecamere in quei condomini di lusso) ed erano entrati a piedi dietro la vettura.
Lei, il tempo di scendere dalla macchina, e non aveva nemmeno fatto in tempo a capire.
Uno l’aveva presa per la gola da dietro, mettendole una mano sulla bocca, l’altro, di fronte, si era gettato nell’abitacolo a cercare la borsa.
Ora, mentre la teneva stretta e la sentiva immobile, gracile, indifesa, o forse soprattutto per questo, tutto sembrava un po’ diverso da come se lo era immaginato.
Ad un certo punto, mentre il più deciso frugava dentro la borsa, chi la teneva si sentì colare qualcosa sui pantaloni, sulle gambe. Lei gli stava pisciando addosso, ma lui non disse nulla, il contatto con il suo corpo, da dietro lo eccitava e quella reazione di paura lo eccitò ancora di più.

Tu mi conosci?

SCRITTO DA: ANONIMO - MASSIMO FERRARIS - RITA MAURIZI - CLAUDIA NAPOLIATNO - SILVANA AVOLA - DANIELA ABBONDI

Sbuffo. Si avete capito bene, sbuffo. La testa mi si riempie di nuvole bianche. Che noia. Noia, noia, noia! Questa parola e' peggio di quanto si possa credere. Non so che dire davvero. Capisco il passante, la donna dai tacchi alti sempre di fretta, il barista sotto casa, ma tu, tu proprio no. Mi hai delusa. Possibile che anche le persone che ci vogliono bene riescano a deluderci? Adesso non so davvero quanto sai di me. Non so sul serio. Non ti capisco. Tu mi conosci? Punti il dito contro e basta. Mi sento estranea di un mondo perfetto, il nostro. Ma forse non è poi così perfetto. Forse non è poi così diverso dal mondo la' fuori. In questo universo schiacciato sul fondo celeste giudichiamo, giudichiamo, giudichiamo. Fate silenzio per cortesia. Anche tu. Tu non mi conosci. Guardo le stelle, domani mi sarò già dimenticata le tue fredde parole, perché ti amo troppo. Ma maledizione tutti li' a giudicare i sentimenti e nessuno a viverli. Adesso vivo nella mia malinconia. Lasciatemi stare almeno per stasera. Guardo la mia stella. E io la conosco perché brilla ed è mia. Mia. Tu mi conosci?