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venerdì 28 marzo 2014

Tu mi conosci?

SCRITTO DA: ANONIMO - MASSIMO FERRARIS - RITA MAURIZI - CLAUDIA NAPOLIATNO - SILVANA AVOLA - DANIELA ABBONDI

Sbuffo. Si avete capito bene, sbuffo. La testa mi si riempie di nuvole bianche. Che noia. Noia, noia, noia! Questa parola e' peggio di quanto si possa credere. Non so che dire davvero. Capisco il passante, la donna dai tacchi alti sempre di fretta, il barista sotto casa, ma tu, tu proprio no. Mi hai delusa. Possibile che anche le persone che ci vogliono bene riescano a deluderci? Adesso non so davvero quanto sai di me. Non so sul serio. Non ti capisco. Tu mi conosci? Punti il dito contro e basta. Mi sento estranea di un mondo perfetto, il nostro. Ma forse non è poi così perfetto. Forse non è poi così diverso dal mondo la' fuori. In questo universo schiacciato sul fondo celeste giudichiamo, giudichiamo, giudichiamo. Fate silenzio per cortesia. Anche tu. Tu non mi conosci. Guardo le stelle, domani mi sarò già dimenticata le tue fredde parole, perché ti amo troppo. Ma maledizione tutti li' a giudicare i sentimenti e nessuno a viverli. Adesso vivo nella mia malinconia. Lasciatemi stare almeno per stasera. Guardo la mia stella. E io la conosco perché brilla ed è mia. Mia. Tu mi conosci?
Io conosco quella parte di te che mi ha fatto innamorare, quella sera d'agosto, quando le stelle punteggiavano prepotenti il firmamento. Conosco ogni curva del tuo corpo, il profumo della pelle e il suono della tua risata quando sei felice. Ti conosco e tra mille donne saprei trovarti ad occhi chiusi. Perchè non esiste niente altro al mondo più importante di questo. Sento di aver sbagliato, di averti giudicata, mentre in me la rabbia ribolliva per futili motivi. Mi sono sfogato con chi mi ha sempre capito, me la sono presa con chi ha deciso di dividere il suo tempo terreno con me. Tu, mia amante, amica, confidente e complice, ti ho delusa con gesti e parole che giorno dopo giorno sono diventati macigni insormontabili. Ho minato il nostro amore con futili problemi, non pensando che tutto quello di cui avevo bisogno e che poteva darmi pace eri tu. Ti ho vista distante questa sera, dopo l'ennesimo mio show, eri lontana con la mente, poi hai fatto qualcosa che mi ha spiazzato, facendomi capire che qualcosa tra noi si stava rompendo: ti sei alzata ed hai sbuffato. Lo hai fatto semplicemente, come lo fa un bambino quando si stufa di un giocattolo. Non ho voluto rompere quell'istante che sapevo era solo tuo, e ti ho lasciata andare. Ora ti osservo da dietro i vetri, con quel tuo profilo che io amo rivolto verso la luna e le stelle. Proprio come quella sera in cui il nostro amore è sbocciato ed io vorrei ancora per un istante essere la con te e dirti che niente al mondo potrà mai rovinare il nostro amore.
Sento che è ancora possibile riannodare il nostro destino, ma questa sera ti lascio da sola, con i tuoi pensieri persi tra le stelle.
Tu mi conosci? Non puoi . Non puoi entrarmi dentro veramente , perché la prima a non permetterlo forse sono proprio io . Io che spesso me ne sto assorta apparentemente in qualche pensiero e in silenzio ,in realtà la mia mente è vuota in quei momenti . Non ci sono parole che si intrecciano né dubbi che mi assillano semplicemente mi estraneo . Ho bisogno di farlo , di tirarmi indietro da tutto il resto come se del resto e di te non facessi parte . Lo so ,sembro arrabbiata , sembra che ce l'abbia con qualcuno ma non è così è che in me sale una sorta di malinconia , di tormento che mi porta ad andare via e a lasciare il mio corpo muto e fermo. 
Sono complicata , sono irraggiungibile ma non solo per te e per gli altri anche per me stessa .
Tu non mi conosci ed io non conosco me.
Non è vero che non mi conosci! Respingo queste accuse con tutte la forza che mi rimane. Urlo a quest' accusa con tutto il fiato che ho racimolato nel silenzio aspettando di gridartelo in faccia, al vento, in questa vallata dove l'eco arrivare fin da te:" Tu mi conosciiiiiiii, tu mi conosciiiii", ma non mi dedichi tempo, il tempo necessario per entrare in me, vivermi, che è tutt'altra cosa. Fermati, ti dico di fermarti, e fermalo questo tuo pensare continuo, questo tuo cercare ovunque, chiunque. Guarda me, cavolo! Guarda me. Che ti aspetto la sera, che ti cerco di giorno. Affrontiamo i nostri sguardi, i nostri pensieri. Fermati a guardare chi ti è accanto. La verità e' così vicina a te.
Sei spaventato.. Sono spaventata, ma se mi guardi, dico, sopra, sotto e dentro, troverai le parole per dirmi quanto in realtà tu mi conosca. Lo so e' rischioso dire di sapere, dire di sentire e toccarla la mia anima. Ma ti prego, fallo. Non perdere l' occasione di amare chi già lo fa. Non perdere l' occasione di affermare questa conoscenza che in fondo e' il nostro amore. Certo è dura, accettare di conoscere l'altro adesso che il tempo, in questo tempo ci sono anime che cerca solo se stessi in chi non si conosce realmente. E' amore, devi affrontarla questa ricerca ma se lo farai, se ci proverai, potresti trovarli qui, a casa, tra le nostre cose, questi attimi di felicità che cerchi altrove. 
Io ti aspetto, io ti aiuto, io, in fondo ti conosco.
-Tu mi conosci- mi hai detto, per darti un alibi, una giustificazione. Ma non è con me che devi scusarti, forse con te stesso, se vuoi. Sto imparando a perdonare le mie debolezze, e sono tante, credimi! Quindi so perdonare anche le tue, anche se mi fanno un po' soffrire. Per questo mi vedi forte, ma lo sono così così... C'è dolore incrostato sotto la mia scorza ogni giorno più sottile. Non indosso l'armatura che ricordi, che ti affascinava tanto da volerla demolire; l'ho staccata piano piano, quando le nostre vite si sono divise, perché non mi faceva respirare. E' stata una buona scelta, nonostante tutto. Ho gioito e sofferto, tanto, entrambe le cose. Ora sono qui, e ci sei anche tu. Di nuovo. Appunto, di nuovo! E dici di conoscermi, mentre riconosci ciò che ricordi e forse mi vorresti come allora. Non si può. C'è una vita in mezzo. Cosa ti aspettavi? Io mi aspetto molto, oppure niente. Ma il poco non lo voglio. In questo sono rimasta uguale. In questo mi conosci. Cosa voglio? Essere felice. Con te, se riusciremo. Cosa vuoi? La stessa cosa, spero. A volte ne sono QUASI sicura... Oggi ho qualche dubbio. Domani chissà...
E quindi sbuffo, e ancora sbuffo e continuo a sbuffare. Come i vapori di un treno di un altro secolo oscuro il cielo dei nostri giorni, cancellando ricordi, gemiti e carezze. Mi rifugio nell'oblio. Voglio vivere con me stessa, lontana dai vostri giudizi, dagli psicologi del sentimento, da chi viviseziona il mio cuore credendo di poterci scorgere risposte, ed è strano, quando neppure io so quali siano le domande. Tu mi conosci. Ma non mi riconosci. Ed è normale, perché non sono più la stessa. Gli amori, quelli veri, costruiscono castelli di mattoni. Il nostro ormai è solo una fortezza, ed io sono rinchiusa nella torre più alta e grido a squarciagola perché tu possa sentirmi. Ma tu nemmeno mi ascolti. E tu dici di conoscermi? Troppo sicuro della nostra quotidianità, dai noi per scontato, ed io ti guardo in silenzio mentre sorseggiamo al nostro tavolo il caffè della mattina...ma dentro urlo. Urlo per l'indifferenza che gela ogni respiro nella fredda stanza dei nostri silenzi. Silenzi assordanti, che dalle fitte sbarre della loro prigionia implorano aiuto. Implorano la tua attenzione. Chiedono solo uno sguardo, uno solo di quelli che mi regalavi fino a pochi anni fa, quando la passione dirompente ancora ci attanagliava e la spensieratezza ci sorrideva. Ora, invece, in questo silenzio, siamo solo l'ombra di noi stessi...un'ombra che si dissolve nella giostra dei miei pensieri. Tu mi conosci, amore mio?

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