Generi

venerdì 28 marzo 2014

Fuori posto

SCRITTO DA: LUCA PREVIATO - RITA MAURIZI - MASSIMO FERRARIS

Appena il cancello elettrico che immetteva ai garage stava per richiudersi, si erano calati i passamontagna (potevano esserci telecamere in quei condomini di lusso) ed erano entrati a piedi dietro la vettura.
Lei, il tempo di scendere dalla macchina, e non aveva nemmeno fatto in tempo a capire.
Uno l’aveva presa per la gola da dietro, mettendole una mano sulla bocca, l’altro, di fronte, si era gettato nell’abitacolo a cercare la borsa.
Ora, mentre la teneva stretta e la sentiva immobile, gracile, indifesa, o forse soprattutto per questo, tutto sembrava un po’ diverso da come se lo era immaginato.
Ad un certo punto, mentre il più deciso frugava dentro la borsa, chi la teneva si sentì colare qualcosa sui pantaloni, sulle gambe. Lei gli stava pisciando addosso, ma lui non disse nulla, il contatto con il suo corpo, da dietro lo eccitava e quella reazione di paura lo eccitò ancora di più.
Fece comunque una specie di grugnito che aveva il significato di sbrigarsi.
- Ora voglio tutto quello che hai addosso, sbrigati, …stronza - disse quello di fronte uscendo dall'abitacolo e saltandole quasi addosso.
Lei non riusciva a muovere un muscolo, era come catatonica, quindi dovettero fare da soli. La lasciarono lì, in piedi, un po’ ricurva su se stessa, le braccia appese alle spalle pendevano tremanti, la borsa a terra, la macchina con il motore acceso e la portiera spalancata; i fari ad illuminare quel garage che avrebbe dovuto accoglierla e proteggerla.
I loro passi nemmeno li sentì. Non sentì niente. Non pensò a niente. Solo le lacrime le scendevano piano.
Rimase in quello stato per un'ora , una voce dietro di lei la chiamò
" Virna!" 
In quel momento il fiato che aveva trattenuto uscì emettendo un urlo
"Virna Cosa è successo?"
Grazia , la sua migliore amica e dirimpettaia era li che la aiutava ad alzarsi
"Per l'amor del cielo parla , dimmi qualcosa !"
Virna restò muta , scoppiò in lacrime . Grazia la portò a casa , la distese sul letto , le tolse i vestiti , le passò delle salviette profumate , la mise a letto e attese.
"Grazia .......è stato terribile ....un uomo ..no due mi hanno rapinato ...erano giù che aspettavano . Le sue mani , il suo corpo . Sento il suo odore , lo sento ..."
" Virna ti ha fatto ...sei stata violentata ?"
" No, no questo no "
"Dobbiamo chiamare la polizia devi fare una denuncia "
"Non ho visto niente , non li ho visti sul viso avevano dei passamontagna"
- Hai trovato soldi?
- Duecento euro, ma secondo me con i gioielli ci tiriamo su un bel po’. Ma dobbiamo andare lontano a smerciarli, se per sbaglio quella fiata e segnalano la cosa…-
- Non dirà niente -
- Come fai ad esserne certo? Quella stronza, con tutti i soldi che ha potrebbe avere conoscenze ... 
- Lo so, la conosco -
- Che cazzo dici!, come la conosci? -
- Si la conosco - disse quello che l’aveva tenuta per la gola, - è stata mia moglie.
Si chiamava Andrea, con lei aveva vissuto due anni di matrimonio ed uno di fidanzamento. Si erano sposati senza l’accordo dei genitori in una chiesetta inginocchiata su uno dei tanti dirupi tra i due rami del lago di Como, e per un po’ ci avevano anche creduto.
Poi le continue discussioni, i malumori e le critiche dei genitori di Virna avevano relegato Andrea in quell’angolo di vita dal quale proveniva ed anche lei, con il tempo si era arresa ed aveva cominciato a disprezzarlo.Gli opposti si attraggono solo se calamitati dal bisogno di completarsi.
Lui, dapprima aveva reagito ed aveva provato a tenerle testa: feste, bei vestiti, vita mondana. Quel mondo, però, non gli apparteneva.
Andrea Zanni veniva dalla provincia, figlio di emigrati, vissuto per strada e nei cortili; Virna Della Valle era la figlia di una famiglia in vista della provincia lombarda. Nei primi due anni dalla separazione Andrea ci aveva provato a rimettersi in sesto, ma alla fine, il suo passato e le vecchie amicizie erano tornate a galla, come immondizia nascosta sul fondale di un lago.?
"Sei uno stronzo Andrea se mi avessi detto ....mi sembrava strano che fossi capace di organizzare un colpo tu che non sai dove sta di casa la precisione ...dovevo immaginarlo che c'era qualcosa sotto , troppo perfetto! Potremmo finire nei guai ma perché proprio lei ? Ti sei voluto vendicare ?"
"No, Sergio la vendetta non c'entra non capiresti!"
"Provaci !" 
" Volevo un occasione , quella di stringerla , di sentirla "
"Cioè? Mi stai dicendo che tu hai rischiato solo per questo? Ma quanto vale quella donna ? Ne puoi avere mille come lei!"
"Lascia perdere, pensa piuttosto a metterti in contatto col Guercio e liberiamoci di questa roba prima possibile" 
"Tu non ti muovere , non uscire potresti fare cazzate! "
Grazia era sempre accanto con la sua amica e cercava di convincerla 
"Virna devi sporgere denuncia , perché devi permettere che quei balordi la passino liscia "
"Grazia non li ho visti !"
"Ma le loro voci avevano un accento particolare?"
"Basta ti prego "
Virna sapeva che quell'uomo che l'aveva derubata era Andrea. L'aveva capito ancora prima di sentire il profumo del suo dopobarba, solo al contatto delle braccia. Erano anni che non provava quella sensazione di dolcezza che avvertiva quando lui la abbracciava alle spalle, afferrandole le braccia, per poi scivolare verso l'ombelico. Si era spaventata e la tensione aveva agito sulla vescica. Era tornato ad essere uno sbandato, non era servito a nulla cercare di immetterlo nel suo mondo. Un cane non entrerà mai in un mondo popolato da gatti, e questo lei lo sapeva. Ma ci aveva sperato.
Il dubbio l'attanagliava: doveva denunciarlo o cercare di contattarlo per farsi ridare i gioielli? Prese il cellulare e cercò nella rubrica quel numero che aveva molte volte provato a cancellare, ma non ci era mai riuscita. 
-Merda, è mia moglie!- esclamò Andrea all'amico. Il nome di Virna apparve sul display, accompagnato dall'immagine di lei sorridente. Le mani iniziarono a tremargli.
-Non fare cazzate. Annulla e butta via il cellulare. E' una trappola.- Ma lui non ci voleva credere, Virna non sarebbe mai stata capace di un colpo così basso.
-Ciao Virna- rispose, gli occhi chiusi per lo sforzo. Alcuni secondi di silenzio, poi la donna gli parlò.
-Devo vederti. Ora, subito, prima che cambio idea e mi rivolga alla Polizia. Mi hai fatto male, Andrea, più di quando mi hai lasciato. Vieni in villa, ti aspetto.-
Non disse nulla al complice, afferrò la refurtiva e salì in macchina sbattendo la portiera. Era un momento pericoloso, ma avrebbe rivisto di nuovo la sua Virna.
Andrea percorreva la strada, la loro strada, di quando, tanti anni prima, si erano amati di nascosto e di nascosto avevano goduto di quella grande villa nelle assenze dei genitori di Virna.
Quel percorso era così impresso nella sua mente che lo fece senza pensarci, come se tutti quegli anni di separazione fossero scomparsi all'improvviso; intanto i suoi pensieri erano altrove e d'improvviso si sentì il cuore leggero. La villa, una bellissima dimora degli inizi del '900, si trovava in cima ad una collina. La vide da lontano e cominciò, senza rendersene conto, a tremare.
Virna era in soggiorno, anche lei tremava. Era seduta sulla poltrona del loro primo bacio, quella di fronte al camino. Le sembrò di sentire ancora le sue labbra e per un breve istante ebbe la sensazione che Andrea sarebbe passato a prenderla per portarla chissà dove.
Davanti al cancello Andrea, fermò la macchina e la spense. 
Virna, intanto, guardava nervosamente l'orologio. Anticipava con la mente la scena , il loro incontro, e.non sapeva ancora cosa gli avrebbe detto. Non sapeva se buttagli le braccia al collo o lasciarlo sulla porta, farsi ridare le sue cose e, senza dire una parola, ricacciarlo dalla sua vista e dalla sua vita. Passarono troppi minuti. Si portò verso l'ingresso e dalle telecamere poste sul cancello principale vide una macchina ferma. La sua inquietudine aumentò e iniziò a dubitare di aver fatto bene a chiamarlo, a dirgli di vedersi. Ebbe ancora paura. Provò a chiamarlo al cellulare, suonava a vuoto. Sentì un rumore davanti alla porta d'ingresso, corse, gridò il nome di Andrea, d'istinto aprì e vide una borsa sullo zerbino che conteneva tutti i suoi oggetti. Si chinò e vi trovò un biglietto: -Scusami, se puoi. Udì uno sparo. Le gambe cedettero, e l'ultima cosa che vide prima di svenire fu il corpo di Andrea sul loro dondolo, senza vita.

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