Generi

domenica 4 maggio 2014

Il racconto della sfiga

SCRITTO DA: SILVIA MORGAGNI - MASSIMO FERRARIS - RITA MAURIZI - LAURA SARTARELLI - ILARI ALLEVA

Partendo dal presupposto che il buongiorno si vede dal mattino quel mattino mia madre piombò in camera sbracciando come un gibbone in preda a una crisi di nervi urlando " svegliati che fai tardi " . Ora a differenza delle persone affidabili uno dei vizi peggiori di mia madre circa due anni fa era quello di usare ciò che lei definiva " sveglia naturale " : tale abitudine consisteva nel prelevare un povero porcellino d'india grassoccio dal pelo rossiccio e mettermelo letteralmente in testa aspettando che quel suo zampettare mi desse su i nervi e mi facesse finalmente alzare. Quella mattina però il caso volle che la navicella madre , o suddetto genio aprisse anche la finestra nella speranza che il tenero gelo polare mi incitasse ad alzare il culo dal letto .
Come posso avere una madre così me lo sono sempre domandato. Quella non è una persona normale, ma una vera e propria arpia caduta dagli inferi sulla terra. O sarebbe meglio dire salita. Le piace incasinarmi la vita, fare in modo che mi trovi sempre a disagio.
A volte mi domando se i nonni l'abbiano adottata, loro così carini e perbene. Poi mio padre, dio me ne scampi, come ha potuto pensare di uscire, fidanzarsi e sposare lei. E ci ha pure fatto due figli! Io e mio fratello Emanuele, che fortuna sua è già fuori casa da due anni a convivere con la dolce Pamela.
Mi tiro su la coperta sino al mento e sono quasi tentata di tirarle il libro, che adocchio sul comodino, sulla testa. E' inutile gridare, fare la pazza, lei riuscirebbe sempre a passare dalla parte della vittima. Scendo, chiudo la finestra e ritorno a letto. In fondo è domenica ed è l'unico giorno della settimana in cui posso riposare. Riesco quasi a riaddormentarmi quando esplodono dalle casse dello stereo le note della Cavalcata delle Valchirie. Eh no! Adesso basta, vado di la prendo un martello e sfascio tutto quello che incontro sul cammino. Lo sto per fare, giuro, quando vedo papà far capolino dalla porta. Ha sul viso la solita aria afflitta.
-Non te la prendere- mi dice, -le piace scherzare.- La difende pure, sempre e comunque.
-No, quella è pazza!- gli urlo, ma poi mi pento. -Papà è giunta l'ora di fare qualcosa.-
"Cosa vuoi fare?"
Mi risponde affranto e sconfitto ma se non ricordo male lui non ha mai tentato di "fare " non ci ha mai provato . Ha assunto il ruolo di vittima e se lo è cucito addosso in maniera indelebile. 
Adesso che ci penso bene però una misera volta , tanti anni fa , io avrò avuto sette anni , Emanuele nove , era Venerdì Santo , mio padre era a letto con la febbre. La sveglia non mancò nemmeno quella volta 
"Claretta potresti per cortesia spegnere o abbassare la musica . Ho la testa che mi scoppia"
" Non dire sciocchezze Alberto, non voglio ammalarmi anche io "
Questa risposta senza senso chiuse definitivamente la partita . Mio padre si infilò sotto i cuscini e pensando che forse sarebbe stato meglio andare al lavoro .
"Escogiterò un piano . Potremmo legarla ad una sedia "
" Che dici Paolo sei impazzito?"
" Forse avrò ereditato la sua genia. Ma vedrai prima di sera troverò la soluzione"
Per l'ora di cena sono pronto, ho un piano infallibile. Semplice, efficace. 
L'idea della sedia era buona, ma poi ho pensato, perché non fare le cose in grande? E allora ecco la trovata geniale, diabolicamente perfetta.
Legarla direttamente al letto!
Posso farcela, ma ci vuole la collaborazione di mio padre. Ho dovuto escludere a priori l'ipotesi di legarla come un salame, avvolta totalmente nelle lenzuola, perché il letto è matrimoniale e poi non saprei dove far dormire papà; ma il piano che ho congegnato è anche migliore! 
Ecco qua: poco prima di andare a dormire, con una scusa qualsiasi papà deve farla stendere a letto e, una volta tappatale la bocca con del nastro adesivo, o con un bavaglio qualsiasi, mentre lui la tiene ferma io le lego i polsi alla testiera! Poi domani mattina la liberiamo. 
O magari, mi scopro a pensare, potremmo usare il letto di Emanuele, tanto ormai quella stanza è vuota! Ma allora potremmo direttamente imbavagliarla e avvolgerla nelle lenzuola, come avevo pensato all'inizio. Cavoli, di bene in meglio!
Devo parlare con papà.
Mentre gli espongo la mia brillante idea lui inizia a sorridere poi piano piano la sua bocca si apre e scoppia in una fragorosa risata . Io lo seguo contagiato . E' la prima volta che ridiamo insieme con tanto gusto . La mamma arriva con un'aria stupefatta , inorridita e pronta a declamare il suo motto preferito 
"Solo gli scemi perdono tempo a mostrare i denti"
Noi continuiamo come se nulla fosse anzi nel vederla esterrefatta e con la rabbia che le colora il viso di rosso accentuiamo le risa .
"Ma insomma basta !"
Se ne va rintanandosi in cucina . Papà mi fa un cenno , lo seguo in salotto 
" Tu che sei pratico di queste cose trova le risate più forti e più lunghe che puoi. Fai un mix fai quello che vuoi abbiamo trovato la nostra arma"
Mi misi subito alla ricerca, Youtube fu una miniera d'oro! Le ascoltai tutte in cuffia, di modo che la 'sorpresa' per mamma non fosse rovinata. Quanto mi sarei divertito! Lei ogni tanto faceva capolino dalla cucina, provando a darmi fastidio. Fece cadere, per l'ennesima foto, la mia foto con Miriana, la mia fidanzata, dato che lei non poteva soffrirla. 
"Ops! Mi dispiace!" diceva tutte le volte, e poi sghignazzava mentre io imprecavo dietro di lei.
Ma stavolta restai attaccato al computer, pregustando già la bellissima vendetta che mi sarei preso quella sera. 
Mamma aveva l'abitudine di cucinarci sempre dei brodini schifosi e di mischiarci dentro le robe più assurde. Era sadica, altroché! Lei invece si mangiava sempre qualcosa di buono. A pranzo la lasagna, a cena il pollo arrosto ... e noi andavamo avanti a brodi vegetali e verza. Dovevo sopportare tutto ciò ancora per poche ore. 
Come ogni sera, alle undici l'arpia andò a dormire, con la sua mascherina da notte e mezzo chilo di fango in faccia. 
"Papà? Psss? Vieni, dammi una mano!"
"Eccomi, eccomi!"
La legammo al letto con una vecchia corda da bunjing jumping di papà, come stabilito, cercando di non svegliarla. Facemmo tre giri, per essere sicuri che non avrebbe potuto muoversi. Poi inserimmo la chiavetta nel suo nuovo stereo e sparammo il volume al massimo. Partirono le più grosse risate mai sentite. Mia madre si svegliò urlandoci di zittire quel coso, ma noi per tutta risposta ce ne andammo a letto con i tappi per le orecchie, e finalmente dormimmo fino a tardi.

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