Generi

mercoledì 26 marzo 2014

Un gioco da ragazze

SCRITTO DA: ALESSANDRA DE MAIO - ANTONELLA MAGGIO - MASSIMO FERRARIS - RITA MAURIZI - GIANFRANCO MACCAGLIA

La prima volta che Bianca aveva baciato Massimiliano le sue labbra sapevano di vodka alla pesca, tè al limone e Schwepps e portava un orribile fiocco rosa in testa. 
Era stata un'imboscata. 
Lo aveva preso per mano e lo aveva chiuso in uno sgabuzzino prima che scoccasse la mezzanotte. Aveva avvicinato il suo viso a quello di lui e gli aveva farfugliato qualcosa sul fatto che non poteva diventare maggiorenne senza aver mai dato il primo bacio. 
Aveva spinto le sue labbra stucchevoli contro quelle immobili di lui e si era perfino addentrata timidamente nella sua bocca, facendosi spazio con la punta della lingua. 
Poi l'aveva lasciato lì, ad assaporare il suo primo bacio. Da solo.
Da quel giorno erano passati ben dieci anni e Bianca ne aveva dati a bizzeffe di baci. Aveva baciato sconosciuti, amici di comitiva, compagni di università, persino i primi colleghi a lavoro ma non aveva più baciato Massimiliano.
Quella sera Massimiliano era rimasto chiuso per altri dieci minuti in quel fetido sgabuzzino della casa di Alice, la migliore amica di Bianca che aveva organizzato proprio a casa sua la festa a sopresa per i diciotto anni dell'amica. Era rimasto imbambolato mentre dinanzi ai suoi occhi scorrevano veloci le immagini di quello che era appena successo. Bianca. La ragazza più carina della classe, con le gote rosse e le labbra carnose. Aveva studiato e analizzato alla perfezione quelle labbra prima che quelle toccassero le sue. Il loro primo bacio, il suo primo bacio. Aveva avvertito uno strano fuoco arderlo silenziosamente dall'interno. Era stato sul punto persino di sciogliersi lì, davanti a lei ma proprio mentre Massimiliano era pronto ad allungare le mani, nel senso di abbracciare Bianca, lei era scappata via dicendogli che aveva bisogno di quel primo bacio per scaramanzia prima che sopraggiungesse la mezzanotte e i suoi diciotto anni. Bianca l'aveva usato.
Anche Massimiliano da quel giorno aveva dato molti baci ma nessuna donna era mai riuscita a riaccedergli dentro il fuoco come quella sera. Massimiliano, deluso ed affranto, decise che da quel momento in poi avrebbe solamente usato le donne proprio come Bianca aveva fatto con lui.
Aprì la portiera e la fece entrare. Le lunghe gambe avvolte nelle calze nere erano state le prime cose che aveva notato in lei. Era stata una facile preda, una come tante; gli era bastato tirare fuori di tasca la mazzetta da cento euro fermata dalla graffetta d'oro e lei si era avvicinata, come una mosca al miele. L'aveva fatta bere, come da copione, aveva giocato con le mani, gli sguardi. Un piede di lei era scivolato verso il suo inguine e quello era il segnale che cercava.
Aprì ilo vano portaoggetti e tirò fuori uno spinello. Roba forte, come al solito, come tutta la merce che gli passava il Guercio. Ma quel piccolo involtino di tabacco, carta e altre schifezze non era per lui. Faceva tutto parte della tattica assodata da alcuni anni a quella parte. Le donne lo eccitavano, ma solo se erano completamente in balia di lui, e l'unico modo era quello di stordirle, fare in modo che al risveglio non si ricordassero nemmeno dove avevano passato la serata. Aveva sempre funzionato, non era mai andato asciutto e quella mora sarebbe stata un'altra stella da appuntare al tabellone. La bellona accese lo spinello ed inalò grandi boccate, proprio come lui gli stava dicendo. Gliela porse, ma lui rifiutò, ingranando la marcia e uscendo dal parcheggio privato del Club. Si guardò nello specchio e ritrovò l'immagine di un uomo sicuro di se, dalla bellezza particolare. Delle piccole rughe si stavano formando agli angoli degli occhi, ma queste lo rendevano ancora più affascinante. La mora iniziò a dare segni di euforia, emetteva gridolini ed allungava le mani. “Bene”, pensò soddisfatto, “cotta al punto giusto”. Arrivò davanti al locale e guardò alcune coppie che sostavano sull'ingresso. Gente normale, ma una di loro attirò la sua attenzione. Stavano litigando in malo modo, poi l'uomo diede uno schiaffo alla donna e scappò. Alla luce del locale Massimiliano ebbe quasi un colpo: dopo tanti anni aveva ritrovato Bianca.
Sentì le budella contorcersi e avvilupparsi attorno allo stomaco , la mora gli si gettò sopra tanto da non permettergli di scorgere Bianca , indispettito la rimise al suo posto
"Ehi !"
"Sta buona per un secondo "
Vide Bianca pararsi dietro un biondone alto due metri che prendendo per il "corvattino" l'aggressore lo fece fuggire a gambe levate ,poi sottobraccio entrarono nel locale.
La mora era lì a portata di maschio che eccitato dalla visione di Bianca era più che mai in auge. Massimiliano accostò l'auto dietro la fila di alberi che circondavano il parcheggio, con irruenza fuori dai suoi canoni ,le prese la testa corvina , le chiuse gli occhi con la mano, planò fra le sue gambe godendo dell'attimo finale ,attimo che assunse il volto di Bianca .
Massimiliano decise che era ora di pareggiare i conti. Lasciò la sua accompagnatrice addormentata sul sedile posteriore ed entrò nel locale: anche Bianca era entrata. 

Lei non era come lui la ricordava: aveva abbandonato i fiocchi e le sue guance non erano più così rosee. Le labbra però, quelle labbra che avevano animato i suoi sogni di adolescente e che lo avevano reso l'uomo che era diventato, non erano cambiate. E ora Massimiliano le immaginava di nuovo sulle sue. Mentre sentiva il fremito dell'eccitazione accarezzargli la nuca e cominciare a scendere lungo la spina dorsale Bianca lo guardò. Non era sicuro che l'avesse riconosciuto, erano passati parecchi anni e lui ora sapeva esattamente come baciare una donna.
Si fece spazio tra la folla, spintonando le persone che si frapponevano tra di loro, mentre la musica del club gli faceva rombare i timpani. 
Bianca nel frattempo era vicino al bancone, stava urlando qualcosa all'uomo alto e biondo con cui Massimiliano l'aveva vista: lui aveva sorriso, lei ridacchiato e poi aveva guardato di nuovo nella direzione di Massimiliano; non vide il momento in cui il sorriso di lei cominciava a spegnersi ma non si perse quello che si accendeva sul volto del biondo. Fu un attimo: tra i due scattò una sorta di competizione implicita che lei, chissà come, colse, e a cui rispose mordendosi le labbra e premendo la spalla contro il petto del suo accompagnatore.
Nel frattempo Massimiliano li aveva raggiunti e lei stava ordinando un white russian. Ancora le piacevano gli intrugli dolciastri. Allora non era cambiata.
Ancora le piaceva giocare.
Un gioco che non poteva conoscere... era passato così tanto tempo. Si mise una mascherina di carnevale e si avvicinò a lei. Da pochissimi centimetri, facendola rabbrividire con l'alito caldo, le sussurrò all'orecchio: "io so cosa ti piace. Manda a nanna questo stupido bestione biondo e poi io e te ci divertiamo sul serio". Il biondo ringhiò "se non ti togli di torno ti faccio fare la fine di quell'altro stronzo". Massimiliano tirò fuori dal taschino un foulard di seta nera e lo strinse intorno agli occhi di Bianca "non voglio che tu veda cosa farò adesso" il biondo non si rese conto di cosa stesse succedendo e dopo pochi secondi era accasciato a terra... perdeva sangue dalla bocca e piagnucolava tentando di proteggersi la pancia e i genitali. Senza neanche voltarsi, Massimiliano la prese per mano e la portò fuori. Quando furono nell’auto mise in moto e partì veloce dicendole “no, non toglierlo, è una sorpresa, ti prometto che ti piacerà… Bianca” Lei sussultò e balbetto “ma io…, tu… mi conosci, chi sei?” “non parlare… è solo un gioco, un bel gioco”. Il magazzino era completamente isolato e al buio, scesero dall’auto e la portò all’interno. Lei tremava, eppure non voleva andarsene… sentì l’odore di muffa e umido. Lui le mise in mano una bottiglia e quando l’avvicinò alle labbra Bianca riconobbe l’odore di vodka alla pesca. Tracannò con foga tre lunghe sorsate, poi lui la spinse fino dentro uno stanzino… odore di detersivi, carta che fruscia sotto i piedi e… lui la sbatté finalmente contro la parete. Bianca disse con voce impastata “fammi quello che vuoi” Le prese il mento con la mano e la baciò con forza, lei spinse il pube contro la coscia di lui e si aggrappò con le unghie dietro la sua nuca. “Prendimi” gridò quasi piangendo. Massimiliano si tolse la maschera, si staccò da lei e le sciolse il foulard. Andando via le mise 50 euro e un biglietto in mano “questo è l'indirizzo... chiama un taxi”
  

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