Generi

giovedì 27 marzo 2014

Scambio di identità

SCRITTO DA: MASSIMO FERRARIS - DIMITRI MANFRE' - RITA MAURIZI

Ricevo il messaggio, lo guardo e capisco che è ora di partire. Inforco lo scooter e comincio lo slalom per le strade cittadine, dribblando auto e facendo basette ai pedoni sulle strisce. Monica mi aspetta per la consueta ora d'aria. E' periodo d'esami universitari e quindi passa la maggior parte della giornata a studiare. La madre è tassativa: prima lo studio poi il divertimento, nel quale è racchiuso anche il sottoscritto. Meno male che lavoro per conto mio e non ho problemi ad assentarmi, tanto c'è Piero, mio fratello, che è sempre presente in negozio dal mattino alla sera. Raggiungo Piazza Castello e mi vedo costretto a fermarmi. Due vigili hanno bloccato il traffico, fcolpa di un incidente. Guardo l'orologio e sono quasi tentato di passare sul marciapiede, ma poi penso che non sia una buona idea. Ambulanza, auto medicale e Carabinieri, deve essere successo un macello. Provo a chiederlo alla vigilessa, che tra l'altro non è affatto male. -Un omicidio- mi risponde, senza darmi altre spiegazioni.
Rimango stupito, è la prima volta che mi trovo sul luogo del delitto e mi vedo catapultato in C.S.I. Un tipo fermo sul marciapiede mi accorgo che mi osserva; ha circa la mia età, fisico simile e dopo un attimo mi fa cenno di raggiungerlo. Gli chiedo a segni se parla con me e lui mi dice di si. Sono curioso, così scendo dallo scooter e lo raggiungo, attirando le occhiatacce della vigilessa. 
-Ho bisogno di un favore- mi dice senza nemmeno salutarmi. -La tua giacca al posto della mia, se ti va bene qui sono tremila euro in contanti.-
Raddrizzo le antenne e mi domando se mi sta prendendo in giro, poi noto le banconote spuntargli di mano e nella follia del momento accetto lo scambio, senza rendermi conto del guaio in cui mi sto cacciando.
Il tizio se la da a gambe e scompare dietro un edificio. Tutto questo non aveva senso... Apparentemente. Perché ce l'aveva eccome. Ed è proprio quando mi resi conto di essere stato un idiota, un tizio, probabilmente un testimone, mi indica spianando l'indice e urlando:"Hei! è lui! è stato lui! il tizio con la giacca nera!" 
Da quel momento in poi il delirio. Gli agenti presenti mi puntarono la pistola contro e mi ordinarono di arrendermi e mettermi in ginocchio con le mani dietro alla testa. Io, che volevo solo andare a trovare la ragazza della quale sono innamorato, nel giro di pochi secondi ero sospettato di omicidio a causa della mia stupidità.
«A TERRA HO DETTO!»
Mi avevano quasi circondato. Non sapevo che fare, ero paralizzato.

«I-io... non sono stato io! Un tizio mi ha dato questi e...» Dissi cercando di prendere le banconote poste nella tasta interna... Pessima mossa, e sarebbe stata l'ultima se il proiettile non mi avesse mancato. Un carabiniere aveva fatto fuoco su di me... SU DI ME!! L'adrenalina cominciò a scorrere, e una voce dentro di me urlava chiara e forte solo una cosa: " Scappa!"
Era l'unica cosa da fare. Lo scooter era troppo distante, mi avrebbero fatto secco. Così mi voltai e svoltai l'angolo vicino. 
Altri spari. Corsi più veloce che potevo. Mi infilai in un vicolo e, correndo, tolsi la giacca che mi ha messo in quell'inferno. Cominciai a piangere, mentre udivo degli agenti passare informazioni sul mio aspetto via radio... Ero un ricercato adesso, innocente o no.
Avevo dimenticato lo scooter e la vigilessa mi avrebbe riconosciuto tra mille sospettati. Mi appoggio conto una colonna per riprendere fiato e cercare di fare un po' di chiarezza nell'assurda vicenda. Non trovo il cellulare, poi mi ricordo di averlo lasciato nella mia giacca. Ho paura per Monica, e per tutti quelli che sono presenti nella rubrica. Dovrei costituirmi, ma il sibilo della pallottola mi suona ancora nel cervello. Sento le sirene delle forze dell'ordine e comincio a tremare. In Piazza Castello sono presenti una decina di telecamere e quindi sono braccato. Immagino già l'irruzione in casa, nel negozio, l'interrogatorio ai miei, a Monica, per scoprire una mia seconda vita. Picchio i pugni sul freddo marmo fino a quando mi fanno male. Non ho la più pallida idea di cosa fare, sono solo, braccato e con tremila euro in tasca.
Monica è in attesa sotto casa, non immagina certo quello che sta passando Marco, è solo arrabbiata del ritardo che sta riducendo l'uscita ad una manciata di minuti. Il cellulare suona, ma lui non risponde. "Sarà in scooter", ma non ci ha mai messo così tanto per raggiungerla. Si guarda in giro e poi lo vede. Quel giaccone lo riconoscerebbe tra mille, è stata proprio lei a sceglierlo. E' venuto a piedi, per questo ci ha messo così tanto. "Vabbè, questa volta lo perdono" e aspetta che si avvicini, ma ad una cinquantina di metri svolta in una traversa e sparisce. Monica rimane di stucco e parte all'inseguimento. Non capisce a che gioco sta giocando, ma ha scelto l'avversario sbagliato. Lo vede in lontananza entrare in un palazzo. Sempre più confusa si avvicina e scopre che è la sede di un'agenzia investigativa. "Che sia in qualche guaio?" pensa spaventata. Poi guarda l'orologio e si accorge che è tempo di rientro. Quella sera, al telefono, dovrà darle convincenti spiegazioni.
A cena Monica è pensierosa. Non solo Marco non si era fatto vivo e l'aveva visto comportarsi in maniera strana, ma non aveva neanche richiamato... I suoi pensieri si posarono sull'idea che è il terrore di ogni ragazza innamorata: Ha un altra.
" NO! Non lo accetto!" Urla dentro di sé.
Stringe la forchetta con tutta la sua forza e guarda la fetta di pollo impanato con uno sguardo irato. Mentre i genitori parlano del più e del meno ( le solite cose tipo: Lavoro, salute, soldi e altre noie varie) il fratello minore si diverte a fargli i dispetti, lanciandogli delle palline di mollica.
La prima le colpisce il sopracciglio destro, e lascia stare.
La seconda arriva vicino l'occhio, questa volta la rabbia ribolle.
La terza la centra in pieno bulbo. Massimo ride compiaciuto... Ma Monica esplode.
"SEI UN COGLIONE!" 
Silenzio per i primi cinque-sei secondi. Poi la madre prende posizione.
"NON... tollero... che in casa mia si parli così, sono stata Chiara!?"
" Ma mamma !"
" Niente "ma"! Adesso fila a finire di studiare". Monica si alza da tavola e si rifugia nella sua stanza. Mentre i genitori si lamentano di lei e del suo linguaggio, i suoi pensieri tornano a Marco.
"Ma che stai facendo... ? Dove sei?" La ragazza asciuga la lacrima che le riga il viso. Afferra il telecomando e accende il piccolo televisore da cameretta. Ciò che vede minaccia di farle risalire in bocca quel poco di pollo che ha mangiato. " E' stato commesso un omicidio stamane in piazza castello. I Carabinieri hanno fornito un identikit preciso del sospettato" ... Era Marco.
Monica resta di stucco , pensa di aver capito e visto male , pensa che è talmente innamorata e arrabbiata con Marco da vederlo anche in televisione . Cambia canale stessa storia , è la storia del giorno in effetti un omicidio fa notizia sempre . La voce della madre che la chiama urlando come un'ossessa
" Monica scendi è successo un macello . Lo sapevo , lo sapevo"
Non ha voglia di sentire le sue lagnanze ma è meglio accontentarla 
"Monica siediti e ascolta al telegiornale hanno detto che Marco....."
" Si ho sentito ma non può essere , non è vero deve esserci un'altra spiegazione "
"Quale ? La senti tua figlia nega l'evidenza pur di difendere quel.. quel ...lasciamo perdere. Ma ti avverto se dovesse cercarti per chiedere aiuto tu per lui non ci sei Chiaro? Altrimenti bè lasciamo stare ..."
Monica odia l'abitudine che ha sua madre di lasciare le frasi sempre a metà e che finiscono sempre sospese al suo lasciamo perdere.
"Vado in camera devo pensare , sono sconvolta"
Suo padre le da una pacca sulla spalla è il suo modo per dirle se hai bisogno di me io ci sono. Prova a richiamare Marco niente. Dopo un po' il cellulare di Monica prende a vibrare 
"Ciao sono nei casini ma credimi io non c'entro , non ho fatto niente . Sono al vecchio mulino se puoi raggiungimi"
Marco aspettava impaziente, tra il freddo e l'oscurità al vecchio Mulino. Si chiedeva se la sua ragazza l'avrebbe raggiunto e aspettò alcuni minuti "Mio dio, Marco! ma che succede!?" 
Era lei, ce l'aveva fatta."Senti, piccola, non ho tempo. E solo tu puoi aiutarmi"
"Che posso fare?"
"Parlane con qualcuno, devi trovare una persona disposta ad aiutarmi e..."
Le luci delle auto dei Carabinieri falciarono l'oscurità, facendo piombare il cuore di Marco nella disperazione. "Sono nella merda... è finita. Qui ci resto secco"
"NO! mi hanno seguita! Prendimi in ostaggio!"
" Non dire stronzate, Monica! Adesso vai da loro e..."
"VIENI FUORI CON LE MANI IN ALTO! LASCIA ANDARE LA RAGAZZA!" disse un agente al megafono. "Monica, vai, e dì loro che non sono armato e che mi arrendo! ma non devono ammazzarmi!"
" Ti arresteranno! E non ci sono prove della tua innocenza!"
"Ho forse scelta!? VAI!". Monica andò incontro agli agenti, in lacrime. "BENE, ADESSO ESCI CON LE MANI IN VISTA". Marco obbedì. E proprio quando sembrava essere finita per il verso sbagliato, la fortuna girò a suo favore. Una donna raggiunse il maresciallo e ci fu un attimo di scompiglio tra i due. Poi la donna prese il megafono "Marco, sono una vigile del traffico, ci siamo incrociati stamattina. So che non sei stato tu, su, torna a casa. Abbiamo arrestato un tizio che aveva i tuoi abiti e documenti, ma non la tua faccia" Marco non disse nulla, baciò Monica.

0 commenti:

Posta un commento

Cosa ne pensi?...