Generi

martedì 25 marzo 2014

Incisiva delicatezza

SCRITTO DA: CLAUDIA POLSINELLI - BLACK SOUL - CARMEN FERNICOLA - MASSIMO FERRARIS - CLEO PATRA

Ho gli occhi incollati al finestrino del treno. Guardo la mia città scorrere via, scomparire dal mio sguardo stanco. Mi mordo il labbro inferiore, assalito dal pensiero di cosa accadrà tra poco. Non sono mai stato un tipo ansioso, ma stavolta è diverso. Il tizio accanto a me starnutisce, tossisce e legge il giornale. Non sopporto la sua apparente tranquillità e la stanchezza sfinente con cui sfoglia le pagine. Infilo le cuffiette, cerco di distrarmi con la musica. Adoro il modo in cui riesco a rilassarmi ascoltando queste note, che scivolano come una goccia sul gambo di un fiore e arrivano a sfiorarmi l'anima con incisiva delicatezza.
Prima che me ne accorga, sono a Roma. Le porte del treno si spalancano. Un getto d’aria fredda mi colpisce il volto. Scendo con timorosa lentezza, guardandomi intorno nell'attesa di incrociare due grandi occhi nocciola. Dietro di me una vecchietta si lamenta, un bambino saltella sui grandini e una madre urla disperata. Davanti a me grumi di persone si accumulano, correndo verso lo stesso treno, ognuno di loro ha la speranza di trovare un sedile vuoto dipinta sul volto. Io non faccio caso a nessuno. La folla diventa un contorno, una cornice, un pezzo di un puzzle tutto da ricomporre. Estraggo il cellulare dalla tasca, ancora niente. Nessun messaggio. Mi torturo la barba, tossisco, respiro. Estraggo una sigaretta dal pacchetto bianco, me la posiziono tra le labbra e la accendo. Non appena alzo lo sguardo, scorgo una figura conosciuta che si dirige verso di me. Si tira indietro i capelli castani, sorride, avanza senza accelerare il passo. In questo momento i secondi mi sembrano minuti, i minuti ore e le ore giornate intere, quelle in cui non ti va di fare nulla, ma ti costringi a fare qualcosa per avvertire di meno il peso del tempo.
Lei.
Coperta da un cappottino nero allacciato in vita, avanza verso di me che non riesco a collocarmi nel tempo, tutto mi sembra una scenografia già vista e vissuta e il mio cuore trema alla sola visione di una sciarpina che riconoscerei tra mille.
Mi sorride arrossendo e non sa che quel cenno di timidezza mi riempie il cuore.
Si avvicina titubante e mi toglie la sigaretta dalla bocca con un gesto veloce, poi abbassa gli occhi.
Avevo dimenticato quanto il fumo le desse fastidio e velocemente chiudo gli occhi sentendomi
colpevole... Non era possibile che riuscisse a disarmarmi in un solo secondo facendomi sentire 
uno stupido.
La stazione è piena di un secco andirivieni di persone e non mi accorgo nrmmeno
di aver posato le mie labbra sulle sue. Tremo come una foglia al vento ma sento che è lei a tremare più di me.
Non riesco a dire una parola che sia anche ciao.
Sono disarmato.
I suoi guantini stringono le mie mani immobili.
-Andiamo, Roma ci aspetta!- dice poi sempre rossa in viso. -Ti amo! -le sussurro.
Roma, come se poi fossi arrivato fin lì per vedere i monumenti, il Colosseo e tutte quelle cazzate che propinano ai turisti; le uniche pietre di cui avrei voluto vedere la forma, se devo dirla tutta, erano le sue ossa gracili sotto la pelle, ma Giulia non è una di quelle che si spogliano in fretta di notte, e poi si rivestano all'alba e vanno via. 
Continua a sospingersi tra la folla con il suo passo traballante di gatta, guardandomi con quei suoi occhi da Medea, teme che dopo tutto quel tempo passato ad aspettarla, io possa fuggire. 
Vaglielo a dire a Giulia, che da un amore così non si scappa nemmeno con i treni, e gli arei, e i pullman delle sei e un quarto del mattino, che un amore così può anche bruciarti più della benzina, e della sigaretta che mi ha strappato dalle labbra, o dei falò delle streghe, ma che dal suo fuoco non scappi - non puoi allontanarti, figurati scappare- sicché, è inutile che continui a girarti, Giulia, oggi sono più tuo che della mia pelle.
-Quanto ti fermi questa volta?- mi domanda, mentre con una mano ferma un taxi. Guardo il suo profilo che spicca contro il muro bianco di un palazzo. Mi domando come possa una creatura come lei essersi innamorata di me. Lei, che ha dieci anni di meno, una professione solida di giornalista che le permette di essere a contatto con la crema della società. Io che non sono altro che un normale medico anestesista che lavora a Milano. 
-Quattro giorni- rispondo. -Di più non sono riuscito a farmi dare. E poi, mia moglie...-
Si, perchè esiste anche Paola, con la quale sono coniugato da otto anni, quindi sono pure un traditore, uno che non ha il coraggio delle proprie azioni. Giulia lo sa, l'ha sempre saputo, ma non mi ha mai chiesto nulla. Ne di come sia, di come sto con lei, se siamo in crisi. Per lei Paola è un quadro appeso alla parete, qualcosa da lasciare da parte senza importanza. Ma non per me.
Quando ho conosciuto Paola pensavo che la mia vita fosse arrivata al top; un lavoro ben pagato, una moglie bella e divertente, una compagna di vita perfetta. Poi la routine, ma senza stress, la voglia di avere un figlio non ancora arrivato. L'incontro con Giulia è avvenuto per caso, durante un corso di aggiornamento qui a Roma; lei era presente per intervistare alcuni luminari e credendo che anche io lo fossi si mise ad intervistarmi. Stetti al gioco qualche minuto, poi iniziai a ridere e dovetti confessare. Fu lei ad invitarmi a prendere qualcosa, "per farti perdonare" mi disse. Ed è cominciata così, con un'intervista, ed ora ritaglio i nostri incontri con corsi d'aggiornamento inesistenti che propino a Paola. Quanto durerà questa storia? Non riesco ad immaginarmi senza Giulia, il solo pensiero mi fa impazzire. Ma lo stare insieme si riduce ad incontri clandestini senza futuro, io che un futuro ce l'ho e si chiama Paola.
Mi guarda con quegli occhi nei quali potrei perdermi per sempre, mi sento un ragazzino, la abbraccio e come due giovani innamorati vaghiamo per le vie del centro. Non vedo l'ora di passare un po' di tempo solo con lei, fan culo il ristorante che ha prenotato per noi. Giulia merita di più, vuole la poesia, tenermi la mano mentre sorseggiamo del vino rosso su quelle tovaglie candide, glielo devo. E' bellissima, quella bocca carnosa la riempirei di baci, le stamperei le mie labbra su ogni singola parte del suo esile corpo. Si è fatta sera, mano nella mano entriamo nel ristorante, è un posto molte elegante, ci sediamo lei continua a parlarmi, ma io sento solo il mio cuore che batte. Si fa silenziosa, mi fissa " Andrea, voglio un figlio da te, non mi importa della tua vita, io ti amo". Senza pensarci, le prendo delicatamente il volto tra le mani e la bacio, "Ti amo Giulia con tutto me stesso, ma io ho una vita a Milano, una moglie, un lavoro". Si tappa le orecchie come una bambina che non vuole sentire i rimproveri dei genitori. "Io ti voglio tutto per me", sussurra, mentre una lacrima le riga il volto. Lasciamo la pasta all' Amatriciana nel piatto, ce ne andiamo, "Giulia questa notte è per noi".
Quella notte mi torna in mente, scivolandomi sul cuore con delicatezza, come un fiore appena sbocciato. Sono le quattro del pomeriggio tra due ore sarò a Roma da loro. Mia moglie ha pensato di partire una settimana in vacanza in una beauty farm con la sua amica Rita." Ti dispiace?" mi chiede."Figurati amore, mi prenderò un po' di tempo per scrivere il mio libro". Paola mi ama, forse ha capito tutto, ma non le importa, finge di non sapere. Sono un vigliacco, un cattivo marito, un cattivo padre, un cattivo amante. Passo la mia vita su questo treno che odora di muffa e sudore. Sto andando dai miei amori, quella notte, quando la luna sembrava sprofondare nel Tevere io e Giulia ci siamo amati e nelle tenebre illuminate dai suoi occhi di stella, nel suo ventre si è aperta una nuova vita, mio figlio. Luca ora ha due anni, per lui sono un papà sempre impegnato all'estero per lavoro, ma quando siamo insieme, siamo inseparabili. Giulia non mi chiede nulla, nemmeno di lasciare Paola, sa che sono un codardo e che non rinuncio alla mia vita, si accontenta dei brevi attimi che le concedo. Chi sono? Un vigliacco che vive con due piedi in una scarpa, quando mi guardo allo specchio non mi riconosco, ma il mio amore per Giulia è grande e vero. Eccoli, li vedo alla fermata del treno, Luca mi saluta con la manina paffuta e sorride, ha gli stessi occhi illuminati di sua madre. Giulia è meravigliosa, quelle piccole rughe che le si sono formate intorno agli occhi, la rendono più vera, più donna, passerei tutta la notte a baciarle quegli occhi. Ci abbracciamo e per una settimana intera viviamo come una vera famiglia, una lacrima silenziosa mi riga il volto accarezzandomi l'anima con incisiva delicatezza.

0 commenti:

Posta un commento

Cosa ne pensi?...