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domenica 23 marzo 2014

Seduta spiritica - quarta parte - La liberazione di Dhalia

SCRITTO DA: NADIA FINOTTO - PAOLO ALBERTIN - MASSIMO FERRARIS

Elliott vagava nei corridoi bui guardandosi intorno spaventato e sanguinante e non riusciva a capire come avesse potuto perdere il gruppo. C’era stata quella terribile battaglia dove non era riuscito ad uccidere nemmeno un folletto perché al primo tentativo si era preso un fendente che gli aveva quasi mozzato un braccio. Aveva sentito un dolore lancinante, molto più grande di quanto lui non potesse sopportare, ed era svenuto. Al suo risveglio attorno a lui c’erano solo folletti morti ?e più nessuno dei suoi amici.
Doveva fare attenzione a non farsi beccare dalle guardie di Jackow che certamente stavano accorrendo sul luogo dell'eccidio, ma non era facile decidere dove andare quando si ha davanti un dedalo di corridoi tutti bui allo stesso identico modo. Ad un certo punto sentì un clangore ed un rumore di passi concitati il lontananza. Il suo cuore fece una capriola nel petto ed Elliott subito si diresse dalla parte opposta rispetto al rumore terrificante che aveva sentito. Corse più veloce che poté e quando si fermò sentì il silenzio più totale, solo il rumore del suo ansimare per lo sforzo. Sorrise per lo scampato pericolo e si lasciò scivolare a terra appoggiato alla parete per riprendere fiato. Lì immobile sentì un leggero soffio di vento che lo fece gioire: forse era vicino ad una via d'uscita. Si alzò piano e si diresse verso il punto da dove aveva sentito provenire il soffio. E finì dritto nelle braccia di una guardia di Jackow.
- Oh, guarda, un nanerottolo puzzolente! Piccolo disgustoso essere, ora pagherai per tutto quello che hanno fatto i tuoi amici -. Detto ciò, lo trascinò di peso per un tempo che sembrò infinito fino ad una grande porta che spalancò. Sentendo aprire la porta Jackow alzò lo sguardo e sorrise beffardo:- Ma bene! Ora i miei ostaggi sono due.
Girando nel bosco Dave riuscì a trovare alcuni fiori di Mangrovia Spectralis, con i quali produsse un unguento che lenì le sofferenze di Mnorp. Nel giro di un'ora le scottature divennero niente più che delle semplici ecchimosi, infondendo anche in lui una nuova energia. Erano radunati insieme, trenta gnomi Gunija, tra i quali quindici in grado di combattere. Le femmine e i feriti si sistemarono in modo da non essere visti. Gli Huro avrebbero potuto sentirne l'odore, ma Mnorp era sicuro che non sarebbero giunti sino lì. 
-Dobbiamo tornare nel castello, cercare Elliott e farla pagare a Jakow. Quel folletto malefico non è degno di questa terra, e tocca a noi ripulire le sue malefatte.-
Le armi scarseggiavano, dovevano per forza entrare e rifornirsi di archi e frecce. Fu così che il gruppo aspettò che facesse sera prima di muoversi di soppiatto in perfetto silenzio.
Anche Gnurp, in compagnia di Brandon aveva raggiunto la base della collina dove sorgeva il castello, aiutati dall'ormai "addomesticato" Orwald. Le tenebre che di li a poco sarebbero giunte, avrebbero facilitato la discesa dall'alto. Di sicuro Jakow non si aspettava una minaccia aerea, e aveva posizionato i soldati sulle torrette in direzione delle vie che conducevano al castello. Il silenzio era totale, solo alcuni Huro controllavano la zona esterna, ma Gnurp aveva creato una sfera protettrice in grado di renderli invisibili.
-E' l'ora- disse lo scienziato osservando il cielo. -Saliamo in groppa a Orwald e preghiamo gli dei che ci guidino per la giusta via.- Eseguirono un volo ampio che li fece salire in alto, poi la bestia planò in modo da non far rumore, atterrando sulla terrazza di pietra. Il portone di accesso alla torre più alta era aperto e i due si infilarono guardinghi.
Il salone era enorme ed immerso nel buio appena rischiarato dalle torce appese alle pareti. I due nani si nascosero ai piedi della scalinata che portava alla sala delle udienze di Jacow; quello era il loro obiettivo, sicuramente il folletto li stava aspettando, ma dovevano comunque attaccare, ne andava della vita di Dahlia. Avevano appena appoggiato il piede sul primo scalino quando una porta si aprì con un rumore sordo. I due nani si guardarono intorno, cos'era? Tesero le orecchie allo spasmo. Passi pesanti in avvicinamento. Passi molto pesanti in avvicinamento. In avvicinamento. Un troll! Gnurp si scansò appena in tempo prima che un'enorme martello polverizzasse il gradino. A vederlo sembrava solo un'enorme, sgraziato umano dai tratti grossolani, ma c'era abbastanza ottusità in quella mente per fare una strage senza problemi. Gnurp cercò di andargli alle spalle, mentre il troll inseguiva Brandon, che fuggiva in preda al terrore più devastante, colpendo alla cieca e devastando le statue deformi del salone. Estrasse dalla sacca un filo che legò con un capo alla balaustra della scalinata, poi fece un cappio con l'altra estremità e seguì il mostro cercando di accalappiargli la testa. Il troll si spostava abbastanza lentamente permettendo a Brandon di evitarlo, ma la paura stava indebolendo le gambe del nano che non obbedivano più ai suoi comandi. Tutto quel correre lo stava spossando e sentiva di non poter andare avanti ancora per molto tempo. Gnurp, intanto, salì la scalinata per essere almeno alto come il troll e provare a infilare quella testa nel suo cappio, ma non era facile: “Fermati Brandon, fermati!” urlò; “Come fermati, mi spiaccica sul pavimento!” gli rispose l'altro. “Fermati un istante ti dico, ascoltami, solo un istante!” Brandon non era convinto, ma si fece forza e vincendo il suo istinto di sopravvivenza, si costrinse a bloccarsi in mezzo al pavimento costellato delle lastre spezzate dall'enorme martello.Il troll lo vide immobilizzarsi e si frenò, oscillando incerto sulle gambe. Il viso deforme non si accorse del cappio sottile che veloce gli circondava il collo, la bocca si aprì in una smorfia terribile, alzò le braccia per colpire il nano con tutta la sua forza, e si scagliò su Brandon. “Corri via!” urlò Gnurp. Brandon non se lo fece dire due volte e scappò come avesse le ali ai piedi. Il troll fece tre passi in quella che poteva sembrare una corsa, il filo si tese e … la sua testa volò brevemente, schizzando di un sangue scuro e oleoso come pece il pavimento. Il corpo fece ancora un paio di passi poi si fermò, come non credesse possibile quello che era successo, e stramazzò con un rumore di carne flaccida. “Che cos'è successo?” Brandon respirava a fatica; si sedette a riposare, cercando intorno a sé la spada che aveva perso nella corsa. “Questo è il tranciabel, non si usava da tanto tempo ma ho fatto bene a portarlo.” “Ci tagliavate le teste?” “No, la polenta di farro. Comunque direi che non possiamo più contare sulla sorpresa, il troll ci ha annunciati.” Aiutò Brandon ad alzarsi. “Andiamo su, fatti forza, e prendi questa.” estrasse dalla sacca una maglia di metallo leggerissima “Indossala, forse è il meglio che puoi fare, almeno non ti farai infilzare.” Brandon non aveva la forza di sentirsi offeso, la indossò e sperò di non dover incontrare altri mostri. “Continuiamo, la scalinata è ancora lunga, al piano superiore ci aspetta il peggio.” Gnurp cominciò a salire. La scalinata saliva diritta fino ad una biforcazione che conduceva a due altissimi portoni dirimpetto. I nani salirono a destra e arrivarono davanti ai bassorilievi di Jacow vittorioso. Il portone si aprì senza rumore, erano giunti alla loro meta.
Jakow li stava aspettando, nelle mani uno sparafuoco e davanti a lui Dhalia e Elliott.
-Ti aspettavo, Gnurp. Non sai da quanto tempo desideravo averti qui, davanti a me.-
-Libera mia figlia, o...-
-O cosa? Vorresti uccidermi? Non penso sarebbe la mossa giusta, poi dietro di te ci sono dei tipi che gradiscono molto la carne di gnomo.- Gnurp e Brandon si girarono, cinque grossi Huro bloccavano il portone. Dhalia e Elliott erano incappucciati, e allo scienziato iniziò a ribollirgli il sangue. Tra tutte le cose che Jakow poteva fare, quella di rapire sua figlia era la più abietta. 
-Ora posa la sacca ed avvicinati, i miei soldati si prenderanno cura del tuo amico. Io e te dobbiamo parlare di una cosa importante. Seguimi.-
Lasciarono il salone e proseguirono lungo una scala che portava al laboratorio del folletto. Gnurp notò che grosso modo assomigliava al suo, ma con la differenza che i sortilegi e le magie dei folletti erano ancora troppo empirici. Al centro del tavolo una grossa sfera luminescente attirò la curiosità di Gnurp.
-Quello è lo scrigno del segreto che tu mi svelerai. Quello della filasporta.-
-Mai! In mano tua sarebbe un'arma di distruzione. Non lo posso permettere!-
-Tu non lo puoi permettere?- rise mostrando una fila di denti lunghi ed affilati -Dimentichi che io ho in mano tua figlia?-
-Mia figlia non vale quanto il segreto della filasporta!- Le parole ebbero un effetto devastante su Jakow, che rimase senza parole.
-Uccidila, uccidi tutti noi, ma non avrai mai quello che vuoi..-
Le parole di Gnurp ebbero l'effetto voluto dallo scienziato. Jakow era spaesato, incredulo, ed era il momento perfetto per fare quello che aveva in mente. Con uno scatto fulmineo si avvicinò e lo toccò con l'indice sulla tempia, pronunciando la parola "Transfurmus". Jakow si pietrificò all'istante, come se fosse stato bagnato dalle acque del fiume Knosso, mentre Gnurp si contorse dal dolore. Non doveva gridare, avrebbe messo in allarme i soldati, ma la trasformazione che stava avvenendo nel suo corpo era troppo dolorosa. Si accasciò a terra, stringendo tra i denti il cappello rosso. Ci vollero pochi minuti, sino a quando la copia esatta di Jakow prese forma nel corpo di Gnurp. Si alzò, anche le vesti erano quelle giuste, doveva solo agire in modo credibile, comportarsi come il malefico folletto. Prese il globo luminoso e con un incantesimo lo fece sparire, poi uscì dal laboratorio avendo l'accortezza di spostare la statua di pietra di Jakow dietro una tenda. Raggiunse il salone, dove tutto era come aveva lasciato. La vista degli Huro lo impaurì, e anche loro ebbero una reazione strana alla vista del folletto. Nonostante la trasformazione lui rimaneva sempre uno gnomo e gli Huro potevano annusarlo. Si era dimenticato di quel particolare. Doveva agire in fretta, giocarli sul tempo.
-Presto soldati, portate nel mio laboratorio i prigionieri, e liberatevi degli Huro, la loro presenza mi infastidisce.- Fecero come era stato detto loro, ma uno degli Huro parve non gradire l'ordine e si avventò all'interno verso Gnurp. Lo scienziato fu preso alla sprovvista e rischiò di essere morsicato se uno dei soldati, con un fendente preciso non tagliò la testa alla bestia, salvandolo.
-Presto nel mio laboratorio!- gridò Gnurp, ma i soldati si guardarono dubbiosi.Allora Gnurp tentò il tutto per tutto, si atteggiò a folletto furioso e cercò di gonfiarsi quanto più poteva per aumentare un po' le sue scarse dimensioni, strinse i pugni e con l'espressione più feroce del reame tuonò in direzione delle guardie: - Allora che cosa state aspettando, maledetti decerebrati? State forse disubbidendo al vostro Re? - Le guardie, a cui il grido di Gnurp aveva fatto volare via gli elmi dalla testa, a queste parole scattarono come delle molle poiché non volevano certo andare incontro alla condanna atroce riservata agli insubordinati. Presero di peso i due prigionieri e li portarono al volo verso il laboratorio di Jackow incuranti, per il momento, anche di altri due Huro che avevano iniziato sommessamente a ringhiare.
Malauguratamente Gnurp ricordò troppo tardi che per andare al laboratorio dovevano passare dove si trovava il corpo del troll che lui non aveva avuto il tempo di far sparire e le guardie, alla vista del corpo con la testa mozzata, ebbero un sussulto e guardarono Gnurp con sospetto. Gnurp, come tutti gli scienziati geniali, ogni tanto era un po' svanito, ma era fortunatamente molto pronto di spirito per cui recitò benissimo la parte di chi resta più attonito di tutti: essendo lui in testa al gruppetto si bloccò di netto facendo bloccare a loro volta le guardie e gridò: - Per tutti gli schifosi nani di Gunjia! Qui è riuscito ad arrivare qualcuno e mi venga un colpo se non si tratta di quei malefici nani! Tu e tu - fece ricolto a due guardie - portate gli ostaggi nel mio laboratorio e voi - fece rivolto alle altre guardie - setacciate tutta la parte del castello da qui alla parte riservata ai trolls! E portate con voi tutti gli Huro: loro sentiranno subito l'odore di quei nani puzzolenti. Non ritornate prima di averli trovati: voglio che me li portiate tutti infilzati come uno spiedino! - Rassicurate da queste parole, le guardie obbedirono incondizionatamente e sparirono nei corridoi bui del castello. 
Arrivati al laboratorio, Gnurp ordinò alle guardie di legare gli ostaggi alle sedie della tortura e poi li congedò con il ghigno satanico di Jackow inviando anche loro alla ricerca dei nani fedifraghi che avevano trucidato il troll.
Dahlia, Elliott e Brandon lo guardarono tremanti e non credettero ai loro occhi quando Jackow/Gnurp si avvicinò loro e li slegò. Incredibilmente Brandon fu il primo a capire che chi avevano davanti non era Jackow e si buttò al collo di Gnurp stringendolo in un abbraccio asfissiante. "Dicono che siamo noi a puzzare, ma anche questi umani non scherzano" pensò Gnurp cercando di liberarsi dalla stretta. Spiegò velocissimamente cosa era successo, poi afferrò la sua sacca, prese dei vestiti che aveva visto nel laboratorio e li fece indossare ai tre in modo che non fossero immediatamente riconoscibili. Lui stesso si mise un cappuccio in testa: non poteva riprendere le sue sembianze perché rimanere Jackow poteva essere utile, ma non poteva nemmeno rischiare che qualcuno si insospettisse vedendolo senza neanche una guardia al seguito per proteggerlo. Dovevano tornare da Orwald e andarsene al più presto da lì.
Ad un tratto sentì qualcosa vibrare nella sua sacca: era il comfischio. Lo prese, lo strofinò e lesse ciò che Dave aveva scritto: "Dove siete?" Scrisse: "Troppo lungo raccontare: rapita Dahlia, ma liberata. Cerchiamo di uscire, ma difficile. Orwold è nostro, chiamatelo con cerboomerang e venite ad aiutarci". Dave fece leggere a Mnop che subito batté tre volte sul cerboomerang che aveva con sé: in pochi secondi Orwold fu da loro e si accucciò mansueto per farli salire. Non si sentirono troppo bene a salire lì sopra, ma Gnurp aveva bisogno di loro e non si fecero scrupoli.
Orwold prese lo slancio per alzarsi in volo ma, appena sollevatosi di un paio di metri, una saetta lo trapassò, uccidendolo all'istante. I nani caddero sulla terrazza; una voce terribile riempì l'aria "Non penserete che basti un comune incantesimo per fermarmi, ora assaggerete la misura della mia collera!" Il vento cominciò a mulinare sempre più vorticosamente, spingendo i nani ancora nel salone. Dal laboratorio si udì un'esplosione accompagnata da un lampo abbagliante. La porta si aprì e uscì Jacow in volo. Nel volto aveva l'espressione dell'essere più crudele del Regno di Wabas; imbracciava un coltellaccio rilucente bagliori azzurrini, evidentemente dotato di poteri magici. "Questo è Zarian, coltello di Otor, dio degli Assassini, non c'è arma che gli si possa opporre; taglia con piacere di farlo, ha sete del vostro sangue." Ciò detto atterrò davanti a Gnurp: "Se vuoi essere il primo a provare la sua lama, ti accontenterò". Si scagliò contro il nano affettandone senza fatica lo scudo e la spada. "Hai visto? Adesso ti taglierò piano piano, mi implorerai di morire." e prese la rincorsa per infilzare Gnurp. 
"No, ti prego!" Brandon si gettò tra i due, ricevendo il colpo destinato a Gnurp. Barcollò guardando prima Jacow, e poi Dahlia e Elliott. Guardò la spada del folletto che aveva infilato la punta nel suo ventre, ma non si sentiva ferito. Anche Jacow guardava stupito la sua spada, poi si riscosse e capì: "Maledetto, questa è una maglia di Loreth!" Provò ancora a ferirlo ma senza esito. "Eccoti servito, lo stesso sbaglio che fece Otor.": Gnurp soffiò una polvere sul viso a Jacow che cominciò a dimenarsi come in preda alle fiamme. "Loreth è stata forgiata dalla madre di Otor, la dea Simune, creatrice della vita, la sua spada non ha potere contro le sue maglie."
Poi accadde qualcosa che nessuno di loro si aspettava. Dal corpo di Jakow uscì il suo spirito, mentre la carne bruciava e si contorceva. Fluttuò davanti a Gnurp e una risata scaturi da quell'essere immateriale.
-La polvere di Yopa non può nulla contro un folletto, dovresti saperlo stupido gnomo. Quello che brucia è solo un involucro, che posso rigenerare in qualsiasi momento. Ora non puoi più nulla contro di me, mentre io sono libero di usare la mia magia contro di voi.-
Gnurp non si lasciò intimidire, era pur sempre lo gnomo più potente del pianeta. Alzò le braccia al cielo e disegnò un grande cerchio in cui imprigionò Jakow. Ma era una soluzione temporanea, sapeva di non poter resistere a lungo.
-Ho bisogno della mia omnisacca! Presto Brandon, Elliott, correte a cercarla. Deve essere ancora nel salone. Posso resistere solo pochi minuti. Presto!-
I due nani corsero e si catapultarono giù dalle scale, oltrepassarono il troll disteso a terra e raggiunsero in breve il salone. Della sacca nessuna traccia! In compenso due Huro si avventarono contro di loro.
-Presto, verso le segrete, il passaggio è bloccato!- corsero a perdifiato, inseguiti dalle bestie che guadagnavano terreno, sino a quando, svoltato un angolo si trovarono davanti il generale Worp.
-Cercate forse queste?- in mano aveva due xamble, e alla vista di quelle gli Huro si bloccarono ringhiando. -Ho ordine di arrestarvi e condurvi al cospetto di Jakow.-
-Ma è... morto.- Brandon lo disse con voce talmente convincente che Worp ebbe un sussulto e fece cadere un'arma. Elliott rotolò a terra, colpì con violenza le gambe del soldato raccolse l'arma e fece fuoco due volte. Gli Huro svanirono come neve al sole. Brandon con un pugno scaraventò il generale a terra, poi lo imprigionò torcendogli un braccio dietro la schiena.
-Abbiamo bisogno della sacca di Gnurp, o quant'è vero giuro che ti uccido qui!-
Worp gridò per il dolore, ma disse di non sapere di cosa stesse parlando. Lo spinsero quindi verso una cella e lo imprigionarono.
-Torniamo su, ora che abbiamo le xamble non avremo problemi con gli Huro- Brandon fece strada, frugarono ovunque, poi gli venne in mente il laboratorio. La sacca era vicino al'entrata, probabilmente portata li da una delle guardie. 
Un'esplosione fece tremare il castello in modo violento, dal rumore proveniva dall'alto.
-Che diavolo succede?- urlò Elliott spaventato.
-E' quello che scopriremo presto. Forza, raggiungiamo Gnurp!- Erano stanchi, spossati dal gran correre, ma l'adrenalina forniva loro ancora qualche energia.
Lo spettacolo che trovarono sulla terrazza era di dimensioni apocalittiche. Le pietre e i muri delle torre erano divelte e bruciacchiate. In alto, avvolto in una luce verde che illuminava la notte, c'era Jakow che volava, con Gnurp vicino che fluttuava, ma sembrava fosse morto.
-Aiuto!...- sentirono gridare. Corsero in quella direzione e trovarono Dhalia nascosta e singhiozzante.
-Jakow è riuscito a rompere l'incantesimo e ha fatto esplodere tutto!... Papà è stato rapito, e mentre volava via ho sentito parlare del Regno dei folletti oscuri...- Erano di nuovo nei guai; gli unici che potevano aiutarli erano Mnop e il contenuto della omnisacca.
Jakow era orgoglioso di se stesso e di come era riuscito a ribaltare la situazione a suo favore. Certo, un po' di fortuna l'aveva avuta perchè quei due nani puzzolenti non erano riusciti ad arrivare in tempo con l'omnisacca dello scienziato, ma era lui il più potente del pianeta, non quello stupido Gnurp e comunque fosse andata, lui avrebbe vinto ed avrebbe scoperto il segreto della filasporta.
Ora aveva Gnurp in persona, come aveva voluto fin dall'inizio ed ora sarebbe stato un gioco da ragazzi estrarre dal cervello dello scienziato il segreto tanto ambito.
Il Regno dei folletti oscuri era a diversi giorni di volo da Wabas e Jakow avrebbe dovuto fare qualche sosta anche perchè era indebolito dallo sforzo che aveva dovuto fare per rompere il cerchio imprigionante di Gnurp. Ma non era un problema, Gnurp sarebbe rimasto incosciente per giorni vista la scarica da cavallo di forza oscura che Jakow aveva riversato su di lui.
Jakow cercava di volare tenendosi più in alto delle nubi per non essere scorto dagli esseri che popolavano le Regioni di Sotto. Non che fossero stati un problema, magari potevano lanciargli contro qualche loro diavoleria, ma siccome erano degli Esseri Inferiori, qualsiasi cosa avessero fatto al massimo poteva fargli solletico. Aveva un unico cruccio: per arrivare nel Regno dei Folletti Oscuri doveva superare la Zona di Soyr, terra da dove arrivavano gli avi di Gnurp. Quella terra era protetta da un grande scudo di forza magnetica, negativa per i folletti che potevano esserne attirati e disintegrati nel momento in cui venivano in contatto con la sua atmosfera. Jakow per ora era puro spirito e quindi immune, ma ciò non gli toglieva le preoccupazioni perchè i Soyr,anche se non più potenti come un tempo,restavano pur sempre una minaccia.

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